Pensioni minime ci sono importanti novità: di quanto aumenteranno nei prossimi 2 anni

Il tema delle pensioni minime in Italia è da sempre un argomento di grande dibattito, particolarmente in un contesto economico e sociale difficile.

In un periodo in cui il potere d’acquisto dei cittadini è costantemente messo alla prova dall’inflazione e dalle dinamiche del mercato del lavoro le aspettative per un significativo aumento delle pensioni minime sono state alimentate da promesse politiche che miravano a portare tali importi a 1.000 euro al mese. La realtà delineata dalla Legge di Bilancio 2025 sembra discostarsi notevolmente da tali aspettative.

Aumenti in vista quali sono le aspettative
Aumenti in vista (ilmaggiodeilibri.it)

La promessa di un sostanziale incremento delle pensioni minime era stata uno dei punti focali durante la campagna elettorale di Silvio Berlusconi, il quale aveva evocato il ricordo dell’innalzamento al cosiddetto “milione” avvenuto nel 2001. Questo aumento rappresentava allora un passo significativo per migliorare le condizioni di vita di molti pensionati, ma le recenti evoluzioni legislative sembrano non riflettere la stessa ambizione.

Quali gli aumenti in vista

Attualmente, l’aumento previsto per le pensioni minime ammonta a soli tre euro al mese, una cifra che solleva non poche critiche e preoccupazioni. Tale incremento, infatti, appare quasi simbolico e inadeguato a coprire l’aumento del costo della vita. Questa situazione è accentuata dal fatto che gran parte dell’aumento delle pensioni minime negli ultimi anni è stato dovuto al meccanismo di rivalutazione, piuttosto che a interventi diretti del governo.

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A quanto ammonteranno gli aumenti (ilmaggiodeilibri.it)

Il meccanismo di rivalutazione è un processo che adegua gli importi delle pensioni al costo della vita, tenendo conto dell’inflazione. Negli ultimi anni, questo meccanismo ha portato a un aumento significativo delle pensioni minime: nel 2023 è stato dell’8,1% e nel 2024 del 5,4%. Questi incrementi, pur essendo sostanziali, sono stati motivati dalla necessità di adeguarsi a un’inflazione elevata, piuttosto che da una politica di aumento strutturale dei benefici pensionistici.

Il governo Meloni, dal canto suo, ha introdotto una rivalutazione straordinaria del 2,7% per le pensioni al di sotto della soglia minima, portando l’importo massimo delle pensioni minime a 614,77 euro. Tuttavia, questo intervento non costituisce un aumento strutturale, e la sua applicazione è limitata nel tempo. Infatti, la Legge di Bilancio 2025 prevede una riduzione graduale di questa rivalutazione straordinaria nei prossimi anni.

Prospettive future per le pensioni minime

Guardando al 2025, le previsioni indicano un aumento del solo 1% per le pensioni minime, con una rivalutazione straordinaria ridotta al 2,2%. Ciò significa che l’importo delle pensioni minime potrebbe raggiungere i 617,89 euro, un incremento di poco più di tre euro rispetto all’anno precedente. Questo scenario mette in evidenza la difficoltà di raggiungere l’obiettivo dei 1.000 euro al mese, un traguardo che appare sempre più irrealistico.

Per il 2026, le prospettive non sembrano migliorare. La rivalutazione potrebbe scendere al di sotto dell’1%, e la rivalutazione straordinaria prevista passerà all’1,3%. In un contesto di inflazione potenzialmente bassa, le pensioni minime potrebbero addirittura subire una diminuzione rispetto all’anno precedente, un’ipotesi che desterebbe ulteriori preoccupazioni tra i pensionati.

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