135 euro extra sulla pensione, puoi attivare l’aggiunta se sei nato in questi anni

Pensioni, la minima aumenta di 135€ nel 2025 per chi è nato in questi anni. Ecco le classi interessate dalla misura

Il tema delle pensioni, in particolare delle pensioni minime, è da tempo al centro del dibattito pubblico e politico in Italia. Con l’approvazione della legge di Bilancio 2025, si preannuncia un incremento per molti pensionati, ma la situazione è complessa e merita un’analisi approfondita. La notizia principale è che alcuni pensionati vedranno aumentare la loro pensione minima di 135 euro nel 2025, un aspetto che potrebbe alleviare le difficoltà economiche per molti. Tuttavia, è importante contestualizzare questo aumento all’interno delle politiche pensionistiche attuali e delle promesse fatte in campagna elettorale.

Aumento pensioni
Le pensioni aumentano di 135 euro – (ilmaggiodeilibri.it)

L’obiettivo di garantire un sostegno adeguato ai pensionati è cruciale, ma richiede un impegno serio da parte delle istituzioni. La situazione delle pensioni in Italia è una questione complessa, che richiede soluzioni adeguate e tempestive. L’aumento di 135 euro nel 2025 è una misura positiva, ma non può essere vista come la soluzione definitiva alle problematiche economiche che affliggono i pensionati. Una revisione complessiva delle politiche pensionistiche è necessaria per garantire un futuro dignitoso a tutti coloro che hanno contribuito al sistema previdenziale nel corso della loro vita lavorativa.

L’incremento al milione: una misura storica

L’aumento di 135 euro è legato all’incremento al milione, una misura introdotta nel 2001 con l’obiettivo di garantire un supporto economico maggiore a chi si trova in difficoltà. Se inizialmente l’intento era di far raggiungere ai trattamenti pensionistici un importo equivalente a un milione di lire, oggi questa somma si traduce in un incremento fisso di circa 136,44 euro al mese per i pensionati che ricevono un importo inferiore alla pensione minima. Questo incremento è particolarmente significativo in un contesto nel quale le pensioni continuano a essere oggetto di discussione e revisione.

Aumento pensioni, età
La tua pensione cresce, se hai quest’età – (ilmaggiodeilibri.it)

Nel 2025, il governo ha deciso di mantenere l’aumento della pensione minima a un incremento di 3 euro rispetto all’anno precedente. Questo aumenta il trattamento minimo a 604,59 euro mensili, una cifra che, se confrontata con il costo della vita e le necessità quotidiane, risulta insufficiente per molti pensionati. Il governo ha promesso aumenti più sostanziosi in campagna elettorale, ma le misure attuate finora sembrano non rispondere adeguatamente alle aspettative di una larga parte della popolazione pensionata.

La questione si complica ulteriormente se consideriamo le diverse categorie di pensionati. Non tutti coloro che ricevono pensioni inferiori al minimo hanno diritto all’incremento al milione. Per ricevere questo aumento, infatti, è necessario avere un reddito inferiore a determinate soglie, che variano a seconda che il pensionato sia single o sposato. Per il 2023, il reddito individuale deve essere inferiore a 9.555,65 euro, mentre il reddito coniugale non deve superare i 16.502,98 euro. Queste soglie possono sembrare elevate, ma in realtà rappresentano una barriera per molti pensionati che si trovano in difficoltà economica.

Facendo un passo indietro, è essenziale capire come funziona l’incremento al milione. Esso non è automatico e non viene applicato a tutti i pensionati. La misura è riservata a coloro che hanno compiuto almeno 70 anni. Ma questo limite può essere abbassato a 66 anni se si hanno più di 20 anni di contribuzione. Quindi, per il 2025, i pensionati nati tra il 1954 e il 1959 saranno i beneficiari dell’incremento. Mentre coloro che sono più giovani non potranno accedere a questa misura.

Inoltre, è importante notare che l’aumento della pensione minima non è una misura automatica. I pensionati devono presentare specifica richiesta per poter beneficiare dell’incremento al milione, rivolgendosi a un patronato o utilizzando i servizi online disponibili attraverso l’INPS. Questo passaggio burocratico può rappresentare un ulteriore ostacolo per molti pensionati, in particolare per quelli meno avvezzi alle tecnologie digitali.

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